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Global Music Report 2023: si chiede trasparenza dei dati

Aumenta il fatturato ma diminuiscono gli introiti per le piccole realtà musicali del nostro paese

Mentre esce la Global Music Report che segnala una crescita del fatturato della musica in generale e in Italia, nel frattempo in Italia si sono persi 90 mila posti di lavoro nel settore della musica e dello spettacolo dal vivo, hanno chiuso 1 club di musica dal vivo su 3 cosi come un festival e contests su 3, mentre i due rimasti hanno ridotto la programmazione, Gli editori e i produttori hanno visto calare drasticamente fino al 75% i propri introiti sui diritti, cosi come le piccole realta’ musicali artistiche e produttive fatte da autori, artisti, interpreti ed esecutori che hanno perso moltissimo fatturato rispetto al 2019 arrivando in alcuni casi fino al 90 per cento in meno negli anni peggiori. Dove sono finiti quindi tutti questi soldi in piu’ che segnala la ricerca indicando la crescita del fatturato in Italia ?

Infatti, continua la crescita per il mercato discografico globale, che segna un incremento del 9% nel 2022 con ricavi totali da 26.2 miliardi di dollari  guidato dalla crescita dello streaming a pagamento secondo i dati del Global Music Report di Ifpi. In tendenza con gli ultimi anni, i ricavi sono guidati principalmente dallo streaming che segna un +17,7%. Il segmento ora rappresenta il 66,7% dei ricavi totali dell’industria discografica, guidati da un +13,7% degli abbonamenti ai servizi streaming rispetto all’anno precedente.
I ricavi in Europa, secondo mercato più grande del mondo, sono cresciuti del 7,5%, mentre l’Italia realizza un’ottima performance sopra la media con +11,1% e oltre 370 milioni di euro di fatturato. Positivo l’export, come il bilancio delle sincronizzazioni , i fatturati dalle pubblicita’ sui social e il dato dei vinili mentre in calo sono solo i cd.

A chi sono andati quindi ci chiediamo questi 370 milioni di euro di fatturato visto che tutti gli artisti indipendenti, emergenti ed esordienti presenti sulle piattaforme digitali monopoliste, che tra l’altro non vogliono pagare i giusti diritti che il settore merita, guadagnano sempre meno? Si possono avere per trasparenza da questa ricerca i dati su come e’ suddiviso il fatturato, dove vengono fatturati, quanto arriva all’artista di questo fatturato e quanto alla filiera creativa che lavora con l’artista e quanto alla filiera editoriale e produttiva e come sono suddivisi i ricavi finali? Inoltre, e’ del tutto evidente che un tale modello di consumo , quello del mainstream commerciale, non potra’ che portare, come gia’ sta accadendo, alla creazione di brani e video utilizzando l’Intelligenza Artificiale e eliminando definitivamente tutta la filiera artistica creativa sostituendola del tutto.

Uno scenario preoccupante che si potra’ interrompere se si realizzeranno alternative europee e nazionali alle piattaforme monopoliste oggi presenti e si torneranno a valorizzare nel servizio pubblico radio e tv tutti i generi musicali senza esclusione di alcuno e si valorizzeranno tutti gli eventi di musica dal  vivo oltre ai soliti festival tv musicali che in genere presentano sempre gli stessi artisti del mainstream. E’ di costruire un’alternativa musicale nazionale ed europea indipendente ed emergente ai monopoli della diffusione digitale che aumentano i fatturati e gli utili ma non li suddividono con tutte le piccole realta’ musicali che li creano impoverendo sempre di piu’ il Made in Italy musicale.

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